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Testimonianza di Olga Caravati e di suo fratello - 1990Ero a messa, al momento dell'elevazione, "ten da ment la vita cusa l'è" (rivolta al fratello) ti è proprio stata ridonata; io non so proprio in quel momento lì; non ho capito più niente. Mi son sentita uno scossone e mi ha detto "Basta soffrire, guarda che sarà lunga ma guarirà". E sono sempre andata all'ospedale con quella fiducia lì. Loro non mi hanno mai assicurato niente fino al giorno in cui è uscito dall'ospedale. "Ho fatto sei mesi con la pancia aperta" interviene il fratello. Da quel giorno - prosegue - sono stata più sollevata. Poi lavoravo a Sant'Ambrogio (frazione di Varese). Arriva la maestra Ridaboni che dice al padrone: "Dovrei fare una risposta alla signorina Caravati". Me la vedo ancora. "Guardi che devono mettere a posto la sala; se qualcuno lo viene a prendere lo dimettono". Io non ho capito più niente. In un attimo sono andata all'ospedale a piedi e l'ho portato a casa col tramino. Sul tramino era pieno di gente. C'era un villeggiante di Ghirla e mi dice: "Siete di Ganna? Senta sono proprio curioso di sapere di quell'incidente che è successo in agosto se quel bambino è guarito o è morto; mi hanno detto che è morto subito". Io gli ho risposto: "No guardi è qui, l'hanno dimesso oggi con quel rischio." E poi quando siamo arrivati a casa si è messo a piangere come un disperato e io gli ho chiesto: "Perchè piangi che siamo arrivati a casa. Ti hanno dimesso che sei guarito". Gli è tornato alla mente l'incidente quando aveva fuori "i busecch". (Il fratello racconta l'episodio dell'incidente subito.) Tutto è successo all'altezza delle suore del Cottolengo. Allora non c'era quell'entrata che c'è oggi; spingendo un carretto faccio per venire in paese. Passa uno in moto, mi prende dentro e la stanga del carretto mi si è infilata nello stomaco. (Interviene la sorella: Ha avuto una ferita lacero contusa con una fuor'uscita dell'intestino e il nervo sciatico rotto) "Ero all'ospedale sul lettino. Tre ore sul lettino" - riprende il fratello. San Gemolo è stato pregato e di prodigi ne ha fatti! C'è sempre stata devozione per San Gemolo. Intanto è anche protettore per i beni materiali. Logico, se fa piovere quando manca l'acqua che il raccolto va tutto e lui rimedia! E quando si è rovesciato il tramino che in fin dei conti dovevano essere tutti morti e si sono salvati tutti? Era successo tutto per una falsa partenza data dal capo stazione. Testimonianza raccolta nel 1990 da Adriano Brazzale e pubblicata in 'Il Culto di San Gemolo in Ganna', tesi di laurea presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Lettere e Filosofia, Milano, Anno accademico 1990/91.
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ImmaginiIl bassorilievo raffigurante l'episodio del martirio di San Gemolo posto nel 1963 sull'edicola della fonte di San Gemolo. |
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